Ferrobonus: ecco i beneficiari dei contributi al trasporto via treno per il 2022
Sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto la sua comparsa l’elenco dei beneficiari per il 2022 del Ferrobonus, la misura volta a sostenere il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia tramite incentivi a favore delle imprese e degli Mto che effettuano treni completi.
Tra le aziende più premiate c’è innanzitutto Mercitalia Intermodal, che risulta beneficiaria in combinazione con Kombiverkehr, Hupac e Novatrans di 4,137 milioni di euro. Alla sua controllata Tx Logistik vanno inoltre 1,213 milioni. Importi consistenti, superiori al milione di euro, sono poi quelli destinati innanzitutto a Gts (2,775 milioni), nonché a seguire a Cfi Intermodal (1,806 milioni) e Isc Intermodal (1,771 milioni), società che opera al fianco della consorella Interporto Servizi Cargo che recentemente ha interrotto le attività. Dopo di loro, Db Cargo (1,737 milioni) e Rail Cargo (1,083 milioni). Cifre ancora superiori ai 500mila euro vanno poi a Rail Cargo Logistics (808mila), Transwaggon Spa (624mila) e Ralpin (500mila).
Altri operatori logistici beneficiari della misura sono poi Logistica Uno Europe (483mila circa), Sit Rail (462mila), Ars Altmann (282mila), Sitfa (Società Italiana Trasporti Ferroviari Autoveicoli, con 314mila euro), Vtg (294mila), Getras (264mila) e Trans Isole (142mila). Da rilevare anche la presenza tra i beneficiari di due operatori attivi anche sul fronte marittimo-portuale, ovvero Spinelli (411mila euro circa) e Ignazio Messina (288mila).
Non arrivano invece mai al milione (esclusi eventuali successivi ‘ribaltamenti’ da parte degli Mto di cui si sono servite) le quote destinate alle imprese cosiddette cargo owner. Tra queste spicca per entità del contributo Fca Italy che riceverà circa 751mila euro, mentre Cnh (cui fa capo Iveco) ne otterrà 256mila. Un importo consistente, pari a circa 446mila euro, andrà inoltre a Borsari E. & C. srl, realtà che opera nel trading di materie prime per l’agricoltura e la zootecnia, mentre Calme Spa, azienda produttrice di cementi, avrà dal Ferrobonus un contributo di circa 43mila euro.
Questi dunque i contributi per il 2022, che assegneranno risorse per un totale di 23,855 milioni di euro.
Per il futuro la sorte del Ferrobonus appare però incerta. Il suo rifinanziamento, previsto nelle bozze circolate inizialmente dell’ultima legge di Bilancio, risulta sparito dalla sua versione finale (riguardo l’analogo incentivo del Marebonus, che ha vissuto lo stesso iter, il ministro Matteo Salvini ha affermato che questo sarà comunque “portato e approvato in Parlamento”).
Sull’efficacia della misura hanno infine iniziato ad alzarsi alcune voci critiche. Se Alis, l’associazione per la logistica sostenibile presieduta da Guido Grimaldi, rimane tra i più tenaci sostenitori dell’incentivo, recentemente Assologistica ha espresso invece alcune perplessità sulla sua efficacia, auspicando anche l’introduzione di sostegni diversi.
A dare una picconata allo strumento del Ferrobonus è stato recentemente anche un report del Mit (ancora a ‘trazione Giovannini’), in cui si rilevava come l’incentivo avesse portato finora a un incremento della quota modale ferroviaria contenuto (“compreso tra lo 0,5% e lo 0,8%”) e che anche il calo in termini di emissioni di Co2 generato fosse ridotto (pari allo 0,3% di quelle prodotte complessivamente in Italia dal traffico pesante). Il documento evidenziava anche come, sebbene il Ferrobonus fosse “una misura orientata al caricatore o al decisore del trasporto”, nella pratica risultava andare a vantaggio principalmente degli Mto. Cosa che anche quest’ultimo elenco di beneficiari pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pare confermare.
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