Il trasporto merci su rotaia è stato esposto ad aumenti senza precedenti dei costi energetici e si è trovato di fronte a una situazione difficile a causa dei lavori infrastrutturali in corso in tutta la rete europea. Alcuni successi sono stati raggiunti, ma occorre fare di più per indirizzare il trasporto merci ferroviario sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi di trasferimento modale stabiliti nella strategia europea per una mobilità sostenibile e intelligente.

L’Unione europea ha fissato l’obiettivo di aumentare il trasporto merci ferroviario del 50% entro il 2030 e di raddoppiare i volumi entro il 2050. Per raddoppiare i volumi entro il 2050, sarà essenziale concordare una strategia di sviluppo infrastrutturale a lungo termine e ambiziosa durante i negoziati a tre tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo. L’ERFA, che rappresenta le società di trasporto ferroviario di merci private e indipendenti, ha stabilito una posizione che delinea i risultati principali che dovrebbero essere garantiti.

Ferpress

L’ Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali (Ansfisa) ha annunciato di avere autorizzato la circolazione sulla rete del primo treno italiano alimentato con gas naturale liquefatto. Viaggerà sulla tratta a uso turistico tra Sulmona e Carpinone, in Abruzzo.

Il locomotore è un diesel costruito negli anni Ottanta del secolo scorso, che è stato riconvertito a Gnl per ridurre le emissioni di CO2. L’Agenzia precisa che “l’autorizzazione, rilasciata con il coinvolgimento del gestore dell’infrastruttura, del Corpo dei Vigili del Fuoco e del Cnr, è subordinata alla conclusione con esito positivo di un pre-esercizio”.

Rete Ferroviaria Italiana ha chiesto il nulla osta per l’intera rete. Il pre-esercizio e il suo buon esito sarà attestato da un organismo di valutazione tramite un rapporto che controllerà tutti i possibili eventi relativi all’analisi del rischio. L’esercizio del treno è stato anche subordinato a diverse misure, tra cui un piano di controllo da parte del gestore “che dovrà essere informato costantemente dall’impresa ferroviaria sull’attività del convoglio, in particolare riguardo alle soste prolungate”.

Questo è uno dei primi treni a gas naturale liquefatto autorizzati in Europa, che si affianca a uno che viaggia in Spagna sulla rete a scartamento metrico e due in Estonia, uno per trazione e l’altro per manovra.

L’edizione record della manifestazione fieristica più importante in Europa per il mondo dei trasporti e della logistica.

Quattro giorni di fiera, padiglioni pieni, espositori e visitatori da tutto il mondo e un settore dinamico ancora in crescita. Complessivamente 2.320 espositori da 67 Paesi (2019: 2.374 espositori da 63 Paesi) e più di 75.000 visitatori da oltre 120 Paesi (2019: 63.893 visitatori da 125 Paesi) hanno partecipato alla fiera internazionale del settore della logistica. 

La quota di visitatori internazionali è salita a oltre il 50% ed è stata quindi più alta che mai.

La sostenibilità e la ferrovia sono apparsi come i fattori di opportunità e trainanti nelle nuove strategie di crescita e investimento. A completare il quadro la digitalizzazione del business.

Parla l’economista dei trasporti, Ponti “Siamo alla cronaca di una morte annunciata”

Assalto francese e ritirata, in questo caso, anche. Il governo d’Oltralpe ha smentito di aver deciso un rinvio di dieci anni, facendo slittare la conclusione dei lavori dell’Alta velocità Torino-Lione dalla data del 2033 a quella del 2043.

Dopo la protesta del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, è stato il suo omologo francese Clemente Beaune a negare la circostanza, sostenendo che l’articolo pubblicato in Italia da Repubblica in cui si parlava del ritardo decennale faceva riferimento non a una decisione dell’esecutivo, ma a uno studio indipendente segnato al governo francese. Tutto sistemato? Non esattamente. Perché la verità, come spesso accade, sta nel mezzo: “I francesi avevano dichiarato sin dal momento della firma per la realizzazione della Tav che la loro parte l’avrebbero costruita nel 2038, che dunque in termini politici è un mai”, dice Marco Ponti, economista dei trasporti, ex docente del Politecnico di Milano, oggi a capo di una onlus da lui fondata, la Bridges Research, creata con l’obiettivo di zare e stimolare la ricerca economica sui trasporti.

Per Ponti, che è stato consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea, dell’Ocse, e in Italia di sei ministri dei trasporti, dell’Autorità per la Regolazione dei Trasporti e di Confindustria, quella a cui si assiste rispetto all’alta velocità Torino-Lione è “la cronaca di una morte annunciata”, visto che i francesi “hanno sempre detto una cosa molto ragionevole e cioè con quel che costa la Tav non c è abbastanza traffico per giustificare una spesa così importante”.

Professore, ma qual è il costo reale dell’opera?

“La parte di linea italiana costa 2 miliardi circa calcolando la distanza da Torino all imbocco della galleria, quella francese sette miliardi perché la loro parte è molto più lunga, il tunnel (la maxi galleria da 57,5 chilometri, di cui 45 in territorio francese, ndr) costa almeno 9 miliardi, il totale è pertanto di 16 miliardi di euro. Sicuramente, però, il tunnel con l’inflazione che c è stata costerà molto di più, parliamo di 20 miliardi che è una previsione molto più sensata”.

Soldi che potrebbero rientrare se e quando l’opera fosse terminata? “L’opera non si autofinanzierà mai, il rapporto costi benefici non è favorevole, costa troppo rispetto ai benefici che può dare a un traffico limitato che si rivolge solo alla regione di Lione. Tenga conto che il bacino di utenza francese è un’area principalmente agricola con la sola Lione che è industriale. Le previsioni di traffico ci sono, sarebbe anche un traffico ragionevole, ma modesto secondo molti studiosi francesi e alcuni italiani. I costi, in ultima analisi, non giustificano i benefici”.

Neppure con il traffico veicolare non commerciale?

“La Tav è pensata non solo per il traffico merci ma anche per quello passeggeri, ma ugualmente non si prevedono flussi particolarmente intensi: anche se fosse costruito tutto ad alta velocità l’aereo come mezzo di trasporto per raggiungere Parigi rimarrebbe invincibile”.

L’altra grande opera su cui punta il ministro delle infrastrutture Salvini è il ponte sullo Stretto di Messina. Ma è così indispensabile? E, soprattutto, ritiene che la si farà?

“Le dico che non sono contrario a priori al Ponte, nonostante anche questa è un’opera che non si giustifica in termini di benefici. Però, probabilmente lì sarebbe più giustificato di altre opere che stanno realizzando. Sto dicendo che rispetto al Ponte sullo Stretto c’è molto peggio”.

INIZIATI DIECI ANNI FA, I LAVORI PER I 53 CHILOMETRI CHE DEVONO PORTARE L ALTA VELOCITÀ DA GENOVA A MILANO ARRANCANO. TRA PROBLEMI GEOLOGICI, PROCESSI E AMIANTO. 

IL PIÙ LUNGO D’ITALIA 

Benvenuti al Terzo Valico, passante ferroviario che collegherà con un nuovo tracciato (il terzo) questa volta ad alta velocità/capacità,Genova a Milano, il più grande porto del neo al corridoio Sud-Nord verso Rotterdam e a quello Est-Ovest tra KievTriesteTorinoLione. Una dorsale appenninica di 53 chilometri quasi tutti in galleria, con un tunnel di 27 chilometri, il più lungo d Italia. Costo complessivo 7 miliardi e 869 milioni di euro. E il taglio del nastro a fine 2024? 

Rimandato. E a fine 2025? Anche.

Calogero Mauceri, commissario straordinario governativo, assicura il completamento entro il 2026: «Confermiamo, invece, il 2024 per l ultimazione del Nodo di Genova». Infatti, se il tratto appenninico arranca, va meglio il collegamento tra il capoluogo ligure, il suo porto e la tratta ad alta velocità/capacità, tanto che a febbraio è stato comunicato l avanzamento all 83% degli scavi. In questo passante metropolitano transiteranno 46 treni ogni 24 ore – ciascuno lungo 700 metri– che saranno composti alla stazione del Campasso e passeranno tra le case. Qui i No Tav non sono agguerriti come in Val di Susa, ma fra gli abitanti corre la paura: «La strage di Viareggio insegna» ricorda Enrico D’Agostino, presidente del Comitato Liberi Cittadini di Certosa, «anche se il sindaco assicura che non viaggeranno treni merci con infiammabili ed esplosivi, ciò non sta scritto da nessuna parte». Ma questa è un altra storia.

RISCHIO CROLLI

I ritardi sul valico dell’Appennino sono dovuti alle rocce instabili nelle faglie di incontro fra Liguria e Piemonte. Per scongiurare crolli, sono stati cambiati i progetti. «E per i restanti chilometri» spiega Mauceri «i tempi di realizzazione sono legati ai risultati che otterremo con le prove Tmb». Ovvero, con le Tunnel Boring Machine: le talpe che sono state fermate lo scorso ottobre e dovrebbero ripartire nei prossimi giorni. Nel ricordare che nei suoi tre anni di gestione sono stati realizzati ben 40 chilometri di gallerie, il commissario confessa «una situazione difficilissima, che ha richiesto più di 30 perforazioni, ciascuna profonda 300 metri, per investigare l ammasso roccioso». Tant’è che alle imprese affidatarie sono stati trasmessi gli adeguamenti e, inevitabilmente, un nuovo cronoprogramma.

«E però mi sembra ottimistico il termine del 2026, qui si slitta al 2027» dice Federico Pezzoli, segretario generale di Fillea Cgil Genova «c è un contenzioso tra Rfi e Cociv, fra varianti ai progetti e costi aggiuntivi, che al momento Rfi non riconosce. La situazione strozza Cocive, a cascata, le altre ditte». Una filiera di oltre 2.300 imprese, che dà lavoro a 5 mila persone: per una parte di queste fra gennaio e febbraio è scattata la cassa integrazione. Rfi e Cociv confermano i problemi ma garantiscono il recupero dei tempi, d ora in avanti.

OFFERTE ZERO

L ultima frenata al Terzo Valico è arrivata il 14 novembre 2022, coi bandi di gara relativi alla posa di barriere fonoassorbenti nel tratto Pozzolo FormigaroTortona andati deserti: otto chilometri a cielo aperto. Pezzoli spiega che il Covid e la guerra in Ucraina hanno fatto lievitare i costi «e le grandi imprese del settore rischiano di lavorare sottocosto». Ma non è la prima gara deserta. Già il 13 settembre il nulla di fatto per “i lavori di armamento della linea ferroviaria”: base d asta 95 milioni di euro (più Iva). Oltre ai magistrati, anche i sindacalisti dicono che prima gli addetti alla stesura dei capitolati di gara gonfiavano i prezzi, affidavano gli appalti a ditte “amiche”e avevano un ritorno con le mazzette, ora non più.

In ogni modo, «parliamo di un opera particolarmente complessa», sottolinea il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi (Lega). Ballano 3 miliardi e 400milioni di euro, finanziamenti del Pnrr con clausola di ultimazione dei lavori entro il 2025. Si rischia di perderli. Anche perché lo scorso dicembre l Autorità nazionale anticorruzione ha alzato il cartellino giallo contro Rfi e Cociv «sulla violazione dei vincoli sottoscritti con l Ue per l affidamento del 60 per cento degli appalti a imprese terze e con bando di gara pubblica». Marco Rettighieri, presidente di Cociv, si limita a far sapere di «aver preso atto di tutto ciò». Rixi, se da una parte dice di aver chiesto a Salini di accelerare i tempi, aumentando il numero di operai e armando il tratto ferroviario mentre si scava in galleria, dall’altra avverte committente e general contractor: «Bisogna tenere i tempi del Pnrr, collaudare l opera a gennaio 2026 e chiudere i conti al massimo entro giugno dello stesso anno». Giuseppe Filetto

Repubblica

Si è riunito ieri il comitato nomine di Ferrovie dello Stato Italiane, azionista unico di Trenitalia e Rfi, per definire i nuovi consigli di amministrazione delle due società. Gianpiero Strisciuglio, oggi a capo del polo della logistica di Fs, sarà il nuovo ad di Rfi, mentre Luigi Corradi resterà alla guida di Trenitalia. Alla presidenza di Rfi è stato invece indicato Dario Lo Bosco, a capo di Fs Academye già presidente di Rfi alcuni anni fa, e a quella di Trenitalia Stefano Cuzzilla, oggi nel board di Ferrovie dello Stato come consigliere e presidente di Federmanager. Alla ratifica dei nuovi consigli, prevista per la prossima settimana, mancherebbero soltanto alcuni passaggi formali.

Nel frattempo Rfi ha assegnato due maxi appalti da complessivi 3,7 miliardi per lo sviluppo delle linee del Mezzogiorno. I lotti riguardano le nuove tratte della SalernoReggio Calabria e della PalermoCataniaMessina. 

In particolare, per quanto riguarda la prima arteria, i lavori serviranno a realizzare una nuova linea ad alta velocità lunga 35 chilometri.

Il Messaggero

Interviene per la Confederazione FerCargo il Presidente Luigi Legnani alle ore 13.45:

https://24oreventi.ilsole24ore.com/trasporti-nel-cuore-dell-economia-2023/#programma

La transizione green viaggia su ferro: le nuove politiche tra PNRR e shift modale europeo

Focus sulle politiche per il trasporto ferroviario a partire dagli obiettivi Ue di shift modale e dagli interventi finanziati dal PNRR.

Il mondo del trasporto è una realtà caratterizzata dalla presenza di diversi attori, ognuno dei quali rappresenta il tassello di una filiera articolata.

Comprenderne il funzionamento e capire in che direzione sta andando significa avere gli strumenti per capire meglio anche le tendenze dell’economia italiana.

Trasporti e logistica, in particolare, sono lo specchio della produzione nazionale e allo stesso tempo sono uno strumento a suo pieno servizio.

L’importanza del settore dei trasporti merci in Italia è evidente se si considera la crescita dell’interscambio italiano a livello globale. Questo significa che dipendiamo in gran parte dal trasporto di merci per sostenere la nostra economia, ma anche la mobilità delle persone può dirci molto sullo stato di salute del nostro Paese e dei flussi turistici, un’altra parte significativa del Pil.

L’evento Trasporti: nel cuore dell’economia parte proprio da questo per aprire una finestra su questo mondo, attraverso una serie di focus sulle varie modalità (ferro, gomma, aereo, mare) e le voci delle molteplici realtà che lo caratterizzano.

In data 2 maggio 2023 la Confederazione  Fercargo è stata audita dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati sulla proposta di legge Quadro in materia di interporti. 

La Confederazione FerCargo ha sostenuto l’importanza che anche in questo provvedimento legislativo sia recepito tra gli obiettivi strategici quello del riequilibrio modale. 

Inoltre è stato chiesto che la partecipazione del settore ferroviario al Comitato nazionale per l’intermodalità e la logistica veda coinvolti oltre le imprese ferroviarie, anche le imprese di manovra e di gestione dei terminal. Ciò per la particolare rilevanza di un’effeciente gestione del primo ed ultimo miglio.

Dal prossimo 2 maggio Floriana Buccioni sarà il nuovo Segretario Generale di FerCargo, Confederazione del Cargo Ferroviario, che rappresenta le imprese ferroviarie, nonché quelle della manovra, dei terminal e della fornitura dei mezzi di trazione che si sono sviluppate con la liberalizzazione del settore.

Buccioni, classe 1972, proviene da una esperienza professionale di oltre 20 anni in Confindustria, dove ha seguito le diverse realtà del mondo dei trasporti: dal trasporto su strada a quello ferroviario (merci e TPL), interporti, logistica e supply-chain.

Riconosciuta nella realtà imprenditoriale e istituzionale come un valido riferimento del sistema associativo, ha maturato anche una significativa esperienza nel campo della 

formazione.

Le Associazioni di categoria Assoferr, Fermerci e FerCargo hanno scritto al Ministro Salvini esprimendo forte preoccupazione sulla mancanza di informazioni circa lo stato di attuazione della misura di sostegno “Ferrobonus”.

La misura rappresenta una forma di sostegno imprescindibile per l’intera filiera intermodale del trasporto ferroviario delle merci, a condizione che venga corrisposta annualmente, in assoluta continuità e senza ritardi.

Il Governo Draghi ha finanziato la misura fino al 2026 e la Commissione Europea l’ha approvata fino a tutto il 2027 in quanto determinante per l’incremento della quota intermodale, a preoccupare le tre associazioni è quindi il ritardo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel dare attuazione ad una misura sostenibile e, per di più, già finanziata.

La misura ha un impatto positivo sull’ambiente, in quanto contribuisce alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, ma risulta fondamentale sul versante della disponibilità di treni (2015-2022: +24% treni km) e sulla capacità di attirare traffico (2015-2022: +19% tonnellate km).

Le associazioni Assoferr, Fermerci e FerCargo hanno quindi richiesto al Ministro Salvini informazioni sullo stato di attuazione della misura di sostegno “Ferrobonus” ricordando che un ritardo nell’attuazione del decreto impedirebbe una continuità con l’annualità 2022 con gravi e pesanti conseguenze in termini economici ed occupazionali per i settori produttivi nazionali impattati dalla stessa.

Agenparl