Il trasporto merci su rotaia è stato esposto ad aumenti senza precedenti dei costi energetici e si è trovato di fronte a una situazione difficile a causa dei lavori infrastrutturali in corso in tutta la rete europea. Alcuni successi sono stati raggiunti, ma occorre fare di più per indirizzare il trasporto merci ferroviario sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi di trasferimento modale stabiliti nella strategia europea per una mobilità sostenibile e intelligente.

6 ottobre 2023

Il viceministro Edoardo Rixi ha incontrato il coordinatore del corridoio Baltico-Adriatico, Anne Elizabeth Jensen.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di discutere dei progressi compiuti dal corridoio e di definire le priorità future per il suo sviluppo. Nel corso dell’incontro, il coordinatore ha espresso soddisfazione per la collaborazione col Governo italiano.

L’aumento del traffico ferroviario-merci nel corridoio è passato da 18 milioni di tonnellate nel 2013 a 25 nel 2023.

Jensen ha sottolineato la necessità di migliorare ulteriormente la qualità delle infrastrutture e di facilitare l’interoperabilità tra i diversi sistemi ferroviari nazionali.

Rixi ha confermato l’impegno a sostenere lo sviluppo del corridoio Baltico-Adriatico affinché possa raggiungere il suo pieno potenziale.

La Commissione UE, il 26 settembre scorso, ha presentato l’ottavo Rapporto di Monitoraggio del Mercato Ferroviario (RMMS) dell’UE, che mostra sviluppi positivi nel 2019, prima di un significativo cambiamento nei volumi di traffico nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19.

Nel periodo pre-pandemico, il traffico ferroviario è aumentato costantemente, con volumi in crescita di una media annuale del 3% sia nel trasporto passeggeri che nel rapporto merci fino al 2019; mentre nel 2020, causa pandemia, vi stata una diminuzione dei volumi di traffico evidente nel trasporto passeggeri (-46% nel 2020 rispetto al 2019) e nel traffico ferroviario merci si è registrata una riduzione del 8% nel volume nello stesso periodo. I dati del 2021 mostrano una promettente ripresa dei volumi di trasporto passeggeri e merci.

Tra il 2015 e il 2020, la quota di mercato di operatori (alternativi a quelli nazionali) è aumentata nella maggior parte dei paesi dell’UE (sebbene con una temporanea diminuzione nel 2020 a causa della pandemia). L’apertura del mercato per i servizi transfrontalieri nel 2010 e per i servizi domestici nel 2020, promossa dai quattro pacchetti ferroviari dell’UE, è stata un catalizzatore chiave in questo processo.

Per quanto riguarda l’infrastruttura, il rapporto mostra che la lunghezza totale della rete ferroviaria dell’UE nel 2020 era di circa 201.000 chilometri. Circa il 57% della rete era elettrificato. La rete ad alta velocità si estendeva per oltre 11.500 chilometri, con un aumento del 14,5% dal 2015. La spesa totale per l’infrastruttura è passata da 39,1 miliardi di euro nel 2015 a 41,8 miliardi di euro nel 2020. Nel 2020, il 25% della spesa era destinato alla manutenzione, il 27% al rinnovo, il 28% all’aggiornamento e il 20% agli investimenti in nuove infrastrutture.

La compagnia ferroviaria svizzera Ffs ha comunicato che sono terminate le complesse operazioni di sgombero e di recupero del materiale lasciato dallo svio del treno merci avvenuto il 10 agosto e che stanno iniziando a valutare i danni e a pianificare le operazioni di ripristino, i cui lavori “richiederanno diversi mesi”.

Dopo un periodo di chiusura totale, ora la galleria è aperta solo al transito dei treni merci sul solo binario della canna est che permette la circolazione di novanta treni, su un massimo di cento; mentre altri 10-20 convogli viaggiano sulla vecchia linea “panoramica”.

Si è tenuto, nella giornata di ieri, presso il politecnico di Milano, il Convegno organizzato dal CIFI sula sicurezza ferroviaria. Ne hanno discusso esperti della materia, rappresentanti istituzionali, come ANSFISA e operatori ferroviari soffermandosi proprio sugli aspetti normativi, organizzativi e gli indirizzi giurisprudenziali che possono fornire spunti e orientamenti importanti per il settore ferroviario.

All’iniziativa ha partecipato il presidente di FerCargo-Confederazione del Cargo ferroviario Luigi Legnani, sottolineando l’importanza del tema della liberalizzazione per il processo di governance e del miglioramento della sicurezza nel settore ferroviario. Per Legnani anche è necessario ribadire che le imprese operano in uno scenario improntato, anzitutto, alla sicurezza che va letto con riferimento al quadro normativo europeo e in un contesto improntato alla cultura del miglioramento. Ciò è fattibile – ha concluso l’esponente di Fercargo – attraverso una visione complessiva del sistema che JUST CULTURE sviluppa mettendo a fattor comune le competenze trasversali di settori diversi, per i quali la sicurezza sono fondamentali.

Si sono conclusi i lavori di adeguamento dei binari 7 e 8 della stazione di Gallarate al cosiddetto “Modulo 750” che consente allo scalo di ricevere treni merci con lunghezza fino a 750 metri.

I lavori eseguiti ammontano a 3 milioni di euro.

La stazione di Gallarate è collocata sull’asse internazionale Genova-Rotterdam, parte integrante del Corridoio TEN-T Reno-Alpi che collega i porti della Liguria a quelli del Nord Europa. Quindi, è un intervento di grande rilevanza per la competitività del trasporto internazionale. Inoltre, sarà attivato il nuovo Apparato Centrale Computerizzato: monitoraggio costante e in tempo reale della circolazione ferroviaria.

A fine settembre sarà attivato un collegamento ferroviario, riservato alle merci, tra l’interporto di Cervignano e Belgrado. 

In una prima fase, sono previsti tre collegamenti alla settimana, di andata e ritorno, per movimentare le merci tra il Friuli e la Serbia. Il collegamento sarà operativo da fine settembre con le prime partenze di treni per trasportare manufatti prodotti nel Nord Est utili alla costruzione di grandi opere civili in Serbia. Il corridoio è lungo 740 chilometri e attraversa Italia, Slovenia, Croazia e Serbia. In prospettiva potranno essere connesse con la Serbia, attraverso l’interporto di Cervignano, anche altre regioni del centro nord Italia e del nord Europa.

L’esonero per le sole imprese di autotrasporto sarebbe discriminatorio per le altre attività del comparto merci.

ROMA – “Condividiamo la norma che esclude il settore dell’autotrasporto merci dall’ambito delle competenze dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) e, conseguentemente, sopprime l’obbligo contributivo a carico delle imprese di autotrasporto merci”, così Giuseppe Mele, Direttore Generale Confetra, in audizione alle Commissioni VIII e IX del Senato sul disegno di legge di conversione del decreto asset (DL n. 104/2023).

“Altrettanto condivisibili sono soprattutto le motivazioni, in quanto settore già regolato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e liberalizzato, svolto in regime di libero mercato. Tuttavia – prosegue Mele – per questi stessi motivi tale misura va estesa alle altre attività – principali, accessorie e connesse – di trasporto, movimentazione logistica e spedizioni delle merci, tutte ugualmente liberalizzate e oggetto della competenza regolatoria dello stesso MIT e di altre Amministrazioni competenti.

L’esonero dal pagamento del contributo per le sole imprese di autotrasporto sarebbe discriminatorio per le altre attività del comparto merci – continua Mele – anche perché il mantenimento per queste ultime dell’obbligo contributivo a favore dell’ART configurerebbe un vantaggio economico per l’autotrasporto merci, qualificabile come un aiuto di Stato, in quanto la norma ne ridurrebbe i costi operativi rispetto alle altre attività, che inspiegabilmente restano obbligate alla contribuzione. È necessario quindi – conclude Mele – estendere l’esclusione dalla competenza dell’ART anche alle altre attività di trasporto, logistica e spedizione delle merci e alle attività accessorie e ad esse connesse, operando anche per esse la soppressione dell’obbligo di contribuzione all’Autorità.”

Intervista a Floriana Buccioni – Segretario generale Confederazione del cargo ferroviario

https://www.transportonline.com/notizia_57293_FerCargo%E2%80%93-Green-Logistics-Experience.html

Si informa che con riferimento alla misura Loco-carri su cui la Commissione europea ha approvato un regime italiano di 125 milioni di euro per sostenere l’acquisto di nuovo materiale rotabile per il trasporto merci, sotto forma di una sovvenzione diretta per l’acquisto di nuovi carri merci e locomotive e la decisione SA. 64726 riferita alla misura è stata pubblicata la settimana scorsa nel Registro degli aiuti di Stato UE.

Di conseguenza il MIT procederà, insieme al MEF alla predisposizione del provvedimento.

D’interesse il punto 2.5 ((25) iii)) che prevede la retroattività del provvedimento al 2021: “I nuovi veicoli devono risultare ordinati ai costruttori a partire dalla data di entrata in vigore del decreto ministeriale del 15 luglio 2021. L’Italia spiega che ciò permette di garantire il rispetto del calendario vincolante stabilito nel piano nazionale complementare al PRR, in quanto trascorrono in media tra i 3 e i 4 anni dal momento in cui l’impresa ferroviaria presenta l’ordine al fabbricante a quando il materiale rotabile ordinato viene consegnato all’impresa ferroviaria e risulta pronto per essere messo in servizio.”

FERCARGO: LIMITAZIONI ALLA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI IMPATTANO SUL SISTEMA ECONOMICO NAZIONALE

La Confederazione del cargo ferroviario ha espresso forti preoccupazioni, con una nota a RFI e al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, per le limitazioni alla circolazione ferroviaria sulle principali direttrici verso il Nord Europa che combinata con le problematiche del sistema autostradale sta producendo la saturazione della rete ferroviaria e viaria nazionale con impatti rilevanti non soltanto sul settore trasportistico, ma sull’intero sistema paese, che vede compromessi i collegamenti con i principali players economici dell’Europa continentale.

Lunedì 4 settembre p.v. andrà in onda su Radio24, alle ore 13.45, l’intervista del Presidente Legnani sul tema.